Conservatorio di Roma
M° Andrea Damiani

La scuola di Liuto

Andrea Damiani


La vicenda dello studio della prassi esecutiva sugli strumenti della famiglia del liuto può vantare oggi una storia di almeno mezzo secolo, con più generazioni di insegnanti e allievi diventati a loro volta insegnanti. La mia esperienza, all’interno di questo percorso, è iniziata alla fine degli anni Settanta, quando ancora era vivo l’entusiasmo di un certo spirito pionieristico: ogni passo avanti, nella prassi esecutiva ma anche nella liuteria – che metteva a disposizione strumenti sempre più rispondenti alle più recenti scoperte – era considerata una vera conquista. Con il passare del tempo e con la regolarizzazione dei percorsi di studi nei conservatori si è forse andato perdendo un certo slancio creativo dovuto al dare per scontati certi principi di pratica esecutiva ormai considerati acquisiti. 

Nello stesso tempo il mondo del lavoro e dei concerti ha favorito la diffusione di pratiche che, pur partendo da un iniziale spirito di ricerca, si sono avventurate in ambiti – che possono più o meno essere associati all’idea di contaminazione di stili musicali differenti – che, se da una parte hanno il merito di accostare alla musica antica un pubblico più vasto, dall’altra hanno poco a che fare con un autentico spirito di ricerca. Esigenza di ricerca che a mio avviso rimane necessaria e dovrebbe ancora animare sia l’insegnamento che l’apprendimento, prima di tutto perché ci troviamo ancora di fronte ad un repertorio di una vastità eccezionale, che presenta ancora delle zone inesplorate e richiede la la conoscenza specifica dei vari strumenti; in secondo luogo perché la durata dei percorsi formativi consente di coprire solo una parte del repertorio e degli strumenti che vanno dal Rinascimento al tardo Settecento: e dunque solo una preparazione che mira a sviluppare nell’allievo capacità critica e autonomia di studio può essere considerata fruttuosa.


Con queste premesse il mio metodo di insegnamento si svolge seguendo questi semplici principi:

  • contestualizzazione storica e strumentale del repertorio con conseguente individuazione dei principi tecnici, stilistici e organologici più verosimili rispetto alle più recenti acquisizioni della ricerca;

  • individuazione di alcuni fondamenti tecnici di base, comuni ai vari stili, strumenti ed epoche, riguardanti la postura e la razionalizzazione della pratica ‘manuale’ secondo i principi in linea con la naturale fisiologia delle mani e del corpo;

  • solida preparazione musicale che faccia da base alla comprensione delle problematiche legate al contrappunto, alla modalità e, a partire dall’epoca barocca, allo sviluppo del basso continuo.


L’unicità del corso di Liuto, rispetto anche ad altri strumenti antichi, è data, oltre che dalla vastità del repertorio e dalla molteplicità dei possibili utilizzi (solo, insieme, basso continuo, repertorio solistico concertato), dal numero di strumenti che sarebbero necessari, all’interno del corso di studi, per acquisire una visione completa del fenomeno ‘liuto’ dal primo rinascimento al tardo barocco. Alla luce dell’esperienza maturata in questi anni ho creduto opportuno di organizzare il corso secondo questo indirizzo generale:

  • scopo principale del triennio è fornire le basi del liuto rinascimentale (inteso in senso esteso fino al primo barocco con i brani che possono essere eseguiti su uno strumento a sette-otto cori), del basso continuo realizzato sulla tiorba; le conoscenze del basso continuo devono essere integrate con quella consapevolezza contrappuntistica che si acquisisce, oltre che con uno studio dedicato, con lo studio analitico del repertorio solistico.

  • strumenti accessori in questa fase triennale sono la chitarra spagnola, l’arciliuto, e il liuto barocco alla francese; quest’ultimo obbligatorio nel caso lo studente preveda di studiarlo al biennio

  • il biennio è dedicato all’approfondimento di uno strumento particolare: rinascimentale, barocco, tiorba, etc. 


info e contatti:

www.conservatoriosantacecilia.it